
Cos’è un terapeuta olistico e come diventarlo
- Pubblicato da ArmonyaMente
- Data 22 Ottobre 2021
Anno dopo anno, complici le varie problematiche economiche e sociali, il progresso delle tecnologie e i ritmi frenetici, etc. sono aumentate notevolmente le patologie correlate allo stress.
Non sempre siamo in grado di autoregolare l’organismo e possiamo trovarci a soffrire di diversi disturbi psicologici e anche organici.
Probabilmente questo è il motivo per cui sempre più frequentemente si rende indispensabile l’attività dell’operatore olistico, il cui intervento mira prevalentemente al recupero spontaneo dell’equilibrio sia fisico che mentale. L’approccio olistico, come suggerisce la stessa parola, olismo [der. del gr. ὅλος «tutto, intero, totale»] indica appunto una visione completa dell’essere umano, identificando una filosofia di pensiero secondo cui le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente andando ad analizzare le singole componenti, ma come un sistema costituito appunto dalla somma delle singole parti.
Non si tratta solo del corpo a livello fisico ed organico ma dell’importanza dell’equilibrio tra tutti gli aspetti, agendo a livello fisico, mentale, emozionale e spirituale voccupandosi del benessere psicofisico con un approccio ampio e completo del problema, a 360 gradi. Siamo abituati ad alleviare il sintomo focalizzansdoci sul corpo evitando tutto quello che si nasconde dietro i nostri sintomi, sul perché qualcosa nel nostro corpo si è alterato, cosa sta cercando di dirci il nostro corpo?
A differenza della medicina tradizionale, le discipline olistiche hanno a cuore la totalità dell’individuo e uno dei requisiti più importanti per poter esercitare in questo settore è proprio una preparazione professionale completa, che gli consenta di lavorare su ogni aspetto della persona, avvallandosi ovviamente quando necessario del supporto di altri professionisti in settori diversi.
Per raggiungere il benessere e vivere in piena libertà e armonia è necessario aver equilibrato ogni singolo aspetto della nostra persona. Soltanto dopo un percorso di crescita personale completo e una piena consapevolezza e lavoro su noi stessi possiamo, a mio parere, trattare anche su altre persone. La teoria non è sufficiente, l’empatia, la conoscenza, la percezione, la pratica, la libertà interiore sono tutti punti fondamentali per poter essere buoni operatori olistici e del benessere. L’operatore olistico opera per coltivare, educare e preservare il benessere dell’individuo.
Le biodiscipline olistiche si basano infatti sulla salutogenesi e non patogenesi.
La proposta formativa olistica spazia tra la medicina tradizionale cinese, i fiori di Bach, posturologia emozionale, biodecodificazione, yoga, tecniche di massaggio, medicina orientale, massaggi Shiatsu e la lista può essere veramente lunga. Ognuna di queste discipline si basa sul principio che dietro un sintomo c’è un blocco, un’emozione, un qualcosa da risolvere, un insegnamento e sul fatto che curare il corpo non è sufficiente, può diminuire o addirittura scomparire il dolore ma resta comunque l’emozione in origine chiusa dentro di noi.
Un consiglio importante è di rimanere sempre aggiornato sulla materia, senza mai smettere di di approfondire la materia. Solo con l’aggiornamento continuo, infatti, è possibile ampliare le proprie conoscenze e garantire sempre di più un benessere completo.
Un passo importante lo troviamo nella legge 4/2013 che ha inteso disciplinare anche questo mondo, dando quindi un riconoscimento insieme ad altre attività professionali, anche quella dell’operatore olistico, sviluppando inoltre associazioni volte a tutelare queste figure e a fornire specifici percorsi di formazione fino ad arrivare a veri e propri schemi di certificazione delle competenze professionali, per una migliore spendibilità e garanzia di professionalità. È necessario iniziare a fare pratica con amici e conoscenti, magari cercando di collaborare con piccoli centri benessere, per poi, una volta acquisita la giusta esperienza, proporsi come operatore olistico o pensare di aprire una propria attività. Ricordatevi che siamo meravigliosamente complessi, ognuno con una percezione distinta, con resistenze e carichi di dolore e credenze, anche dopo anni di esperienza troverete sempre qualcosa di nuovo, per questo motivo la pratica prende un ruolo estremamente fondamentale.
Cosa non fa un operatore olistico?
Non cura malattie fisiche o psichiche e non prescrive medicine. Non fa diagnosi e non mette in discussioni ne opina su diagnosi eseguite dai medici. Non si pone in alcun modo in conflitto con la medicina ufficiale allopatica.
Non va contro la medicina convenzionale, ma a braccetto, lavorando in squadra, completandosi a vicenda, integrando con conoscenze e competenze di natura olistica che concretamente possono contribuire a promuovere il benessere delle persone.
L’olismo diventa nel tempo uno stile di vita e una forma di pensiero, qualcosa che va oltre la professione e l’economia, un passo verso il cambio, un processo di evoluzione. Un percorso interiore e di crescita personale che grida libertà e armonia rompendo le resistenze, i limiti, le paure. Qualcosa di così importante che dovrebbe essere alla portata di tutti.
Spesso non arriviamo a qualcosa e non ci prendiamo cura di noi stessi per problemi economici, a volte arriviamo a sentirci in colpa spendendo dei soldi per noi stessi, ci sentiamo egoisti. Ma il vero egoismo lo eseguiamo nel non dare la possibilità di raggiungere il benessere alla persona più importante della nostra vita: noi stessi.
Non possiamo dare amore e felicita sani se prima non siamo felici e non ci amiamo. Per questo motivo, come dicevamo, il percorso personale diventa essenziale per poter operare al cento per cento in questo meraviglioso settore.
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