“Diventa ciò che sei”. – Nietzsche
“Conosci te stesso” – Oracolo di Delfi
Cresciamo per processi imitativi, cresciamo osservando il mondo esterno ma non solo, cresciamo in un contesto sociale con forti regole e sovrastrutture, culturale sostenuto da idee, pensieri e dogmi, familiare radicato in lealtà, credenze e bisogno d’appartenenza che genera comportamenti e concetti condivisi, cresciamo con una percezione del mondo e della vita preconfezionata, pronta all’uso, mai messa in discussione, seguita e venerata pena il giudizio, l’allontanamento dall’apparato d’appartenenza grazie a cui sentiamo di avere un identità, di essere visti e così andiamo avanti, all’interno del ruolo che crediamo di aver scelto ma che in realtà abbiamo solo subìto.
Chi sono io? Dove mi trovo? Cosa provo? E qui che voglio stare? Sto bene? Riesco a percepire i miei reali bisogni? Cosa provo? Perché provo queste emozioni?
Siamo in grado di conoscere noi stessi, le nostre potenzialità, le nostre capacità, quella che i greci chiamavano aretè, la propria virtù, ciò per cui siamo nati? Se davvero riusciamo a far fiorire ciò per cui siamo nati, se davvero diventiamo noi stessi al di là del ruolo che vogliamo assumere, che ci fa sentire accettati, amati, desiderati, raggiungiamo la felicità, intesa come scopo fondamentale della vita, quella dimensione di vita che ci hanno mostrato lontana, rara, utopica.
Felicità in greco si traduce in Eudaimonia, quello “stato di grazia” che permette agli individui di esprimere il loro potenziale, la propria virtù.
Cosa vuoi fare nella vita, cosa ti entusiasma, appassiona, cosa ti stimola, cosa ti mette in luce, per cosa dai tutta te stessa/o?
La buona riuscita del proprio demone, della propria auto-realizzazione, dipende dalla conoscenza che abbiamo di noi stessi, conoscere la propria parte più profonda, le ombre, gli angoli più nascosti, le crepe del proprio essere, ma anche la propria luce, il proprio cuore, ciò che è vita in noi, secondo misura, come ci indica ancora la cultura greca, avendo consapevolezza di sé, di dove ci si trova in questo momento, in quale stato psico-fisico e quali sono le proprie capacità, perché solo sapendo dove mi trovo nel qui e ora, con il pensiero, lo spirito e il corpo posso costruire la strada per andare dove voglio andare, ovvero per essere ciò per cui sono chiamata a vivere.
Per far questo bisogna uscire dai comportamenti collettivi, dalle credenze limitanti, dalla zona di confort ovvero da tutto ciò che riteniamo comodo (la comodità impigrisce non stimola il cambiamento) e da ciò che riteniamo familiare (non tutto ciò che ci è familiare è virtuoso, il nostro cervello tende all’autoconservazione quindi teme e ci frena dinanzi a ciò che non conosce).
Avere consapevolezza di se stessi è avere consapevolezza del miracolo della vita, ma cosa vuol dire vivere? Cosa è la vita?
Abbiamo barattato il senso profondo della vita, con una macchina infernale fatta di obblighi, doveri, routine, mansioni da svolgere, tempo da rincorrere, ruoli da assolvere, all’interno del meccanismo di incessante produzione e frenetico consumo, esistiamo se siamo produttivi e se siamo dei buoni consumatori in questa ricerca della crescita (materiale) incessante, svilente, angosciante. Veneriamo oggetti, cose materiali che compriamo con soldi che otteniamo in cambio del nostro tempo ovvero della nostra libertà.
Credi sul serio che la vita sia tutto questo? Percepisci il miracolo che ogni giorno la vita ci mostra? E se vivessimo in un mondo dove il valore prioritario non fosse il denaro ma la felicità e il benessere faresti ciò che stai facendo al momento?
Vogliamo guidarti in questo e tanto altro, in un percorso riflessivo che generi in ognuno di noi il seme della consapevolezza, del cambiamento, e dell’abbondanza perché dove va il nostro sguardo è lì che va la nostra attenzione.
Mettiamoci in cerchio e affidiamoci gli uni agli altri.
Saper vedere, saper essere, stare nel momento presente e guidare se stessi ad azioni potenzianti e virtuose, che siano costanti e ordinate è possibile se troviamo il coraggio (cor habeo, avere cuore) di disidentificarci, metterci a nudo dinanzi noi stessi e riappropriarci della nostra sostanza, della nostra missione, sentendo quella forza vitale che ci abita.
Fallimento, perfezione, paura, controllo, non esistono, sono forme pensiero radicate in noi dalla nostra cultura che depotenziano il nostro potenziale. Esistono varie strade mai una e mai solo bivi, esiste un percorso fatto di momenti in cui seminiamo e momenti in cui raccogliamo, esiste un flusso universale armonioso e sensato che ci travolge a volte ma che, senza le nostre resistenze, riesce a condurci là dove siamo destinati.
Cosa servirà
- Tutta te stessa/o
- Fiducia e Coraggio
Come è stato pensato il percorso riflessivo
Ogni settimana affronteremo una tematica importante che approfondiremo insieme in modo semplice ma efficace, al fine di liberare la mente da concetti di normalità imposti che offuscano la nostra capacità critica impedendoci di evolvere e di realizzarci come esseri umani.
Cosa cambierà nella mia vita
Tutto o niente, siamo sempre noi gli artefici del nostro destino. Come in alto così in basso, come in basso così in alto, come dentro così fuori, come fuori così dentro, indica il principio della corrispondenza, uno dei sette principi ermetici. La realtà esterna è influenzata dalla nostra realtà interna e viceversa.
Caratteristiche
- Lezioni 4
- Quiz 0
- Durata Lifetime access
- Livello Tutti
- Lingua Italiano
- Studenti 75
- Esame Si